Metro

Canzone di cinque stanze di tredici endecasillabi. Assente la concatenatio, ma sempre presente la combinatio. Schema: A, B, B, (b)a, (a)b, B, A, B, C, C, D, (d)e, E.

PARAFRASI

I strofa:

Amore, che mi hai condotto lontano (per lungo tempo)

col freno corto e senza riposo,

allenta le tue redini, per pietà,

poiché questo eccesso mi ha vinto e sfiancato,

giacché ho sopportato al di là delle mie forze,

per voi, madonna, a cui sono fedele

più di un assassino fanatico,

che si lascia morire per la sua fede.

Amare è ben un affanno dilettevole,

e lo si può chiamare dolce pena:

ma vi prenda, madonna, pietà del mio travaglio

che a tal punto mi consuma,

che è un dolore ben dolce, se non uccide.

II strofa:

Oh, dolce viso bianco con sguardo soave,

più bella di ogni altra che vi sia in terra,

liberate ormai dal tormento il mio cuore,

che soffre per voi e prova gran dolore;

che una trave così grande non può essere troncata

da una così piccola sega

e che è sottomessa da poca pioggia e da un gran vento;

perciò, madonna, non vi incresca e pesi,

se vi sferza Amore, che avvince ogni cosa.

E certo non sarebbe un disonore eccessivo,

quando si è vinti da uno migliore,

e soprattutto da Amore che vince tutto;

però non temo che Amore vi incalzi;

un saggio guerriero vince la prova e la guerra.

III strofa:

Io non dico che di fronte alla vostra bellezza

non si convenga l’orgoglio, che ben vi dona,

poiché a una bella donna l’orgoglio ben si conviene,

che permane in pregio e in grandezza.

Troppa alterigia è quella che disconviene;

da un grande orgoglio non deriva mai un bene.

Perciò, madonna, la vostra riluttanza

si converta in pietà e si moderi:

non ecceda al punto tale che io ne muoia.

Il sole splende in alto, eppure illumina

tanto più quanto appare alto in cielo:

il vostro inorgoglirvi, dunque, e la vostra alterigia

mi sia di giovamento e si tramutino per me in dolcezze.

IV strofa:

Io ardo dentro e mi sforzo di apparire

di non mostrare ciò che il sente il mio cuore.

Ohi, quanto è dura pena per un cuore dolente

rimanere in silenzio e non manifestare il proprio dolore!

Poiché il dolore ubbidisce alla cera,

gli occhi insieme al cuore

rendono nota la loro condizione

(così si accordano in equilibrio).

La forza della ragione è quella che domina,

l’ardire del cuore nasconde e dissimula.

È segno di gran saggezza per chi lo può fare,

il saper celare ed essere padrone

del proprio cuore quando esso è in errore.

V strofa:

Amore fa traviare i più saggi,

e chi più ama ha appena moderazione di sé,

più folle è colui che si innamora di più.  

Amore non si cura di compiere i suoi danni,

che dentro ai cuori mette un calore tale

che non si può smorzare nemmeno col gelo.

Gli occhi sono i messaggeri presso il cuore

della naturale nascita di amore.

Dunque, madonna, voi possedete

gli occhi e il mio cuore, dentro e fuori,

poiché Amore mi agita e percuote,

al punto che non posso trovar pace,

così come il vento scuote la nave in tempesta:

voi siete il mio pinnacolo che non affonda.