Metro

Canzonetta di sette strofe – l’ultima funge da congedo – di nove versi, tutti settenari, con schema: a, b, c, a, b, c; d, d, c.

PARAFRASI

I strofa:

Straordinariamente

un amore mi stringe

e mi torna in mente ogni momento.

Come chi guarda attentamente

dipingendo un’immagine simile

in un’altra pittura,

così, bella, faccio io,

che nel mio cuore 

porto con me la tua immagine.

II strofa:

Nel cuore sembra che io vi porti,

dipinta come apparite,

e non sembra che sia così;

o Dio, come mi è doloroso!

non so se voi lo sapete,

quanto vi amo sinceramente,

che sono così timoroso

che continuamente vi guardo di nascosto,

e non vi dimostro amore.

III strofa:

Avendo un grande desiderio

dipinsi una figura,

mia bella, somigliante a voi,

e quando non vi vedo

guardo quella immagine

e mi sembra di avervi davanti.

IV strofa:

Nel cuore mi brucia un dolore,

come colui che nel suo petto

tiene nascosto un fuoco,

e quanto più lo copre,

tanto più esso brucia

e non può essere racchiuso:

similmente io ardo

amabile viso, quando passo e non vi vedo.

V strofa:

Se io guardo quando passo,

mi giro verso di voi, bella,

per guardare attentamente;

camminando, ad ogni passo

mando fuori un sospiro

che mi fa tramortire;

e certo molto mi angoscio,

che, a mala pena, mi riconosco,

tanto bella mi apparite.

VI strofa:

Parecchio vi ho lodata,

mia signora, in ogni parte,

delle bellezze che avete.

Non so se vi è stato riferito

che io lo faccia per astuzia,

poiché voi ve ne dorrete:

sappiatelo per i miei atteggiamenti

ciò che vi vorrei dire a parole,

quando voi mi vedete.

VII strofa:

Nuova canzonetta,

vai a cantare una novità;

alzati al mattino

davanti alla più bella,

la migliore di ogni innamorata,

bionda più che i sottili fili d’oro, (riferisci):

«Il vostro amore, che è prezioso,

donatelo al notaio

che è nato a Lentini».