Introduzione

Il tema costante dell’amore è presentato nella variante del dell’innamorato timido – tema non nuovo nella tradizione della lirica cortese. Vi è qui la spiritualizzazione tipica della poesia provenzale, ma vi sono anche una vivacità e una leggerezza caratteristiche del Notaro. 

Per Giacomo l’innamoramento è vagheggiamento interiore. All’esterno traspaiono solo pochi angosciosi segni dell’ardore che l’io lirico prova, contemplando nel proprio cuore l’immagine dell’amata, oppure guardando una raffigurazione pittorica di lei, succedaneo della donna reale. 

L’avverbio “meravigliosamente” occupa per esteso tutto il primo verso, introducendo così il lettore in un’atmosfera eccezionale. L’amore è rappresentato come una passione positiva, che occupa ogni istante la mente del poeta. Attraverso un processo di interiorizzazione, l’immagine della donna viene dipinta nel cuore del poeta, quasi a sottolineare la gelosia del possesso e il carattere ostico della conquista.  

Il poeta sottolinea la paralisi dell’io di chi è innamorato, l’incapacità di comunicare il suo amore, la posizione quasi irraggiungibile di madonna. La donna tende ad essere trasferita in una dimensione quasi ultraterrena, come creatura capace di dare la salvezza.  

Il riferimento alla fede prelude alla metafora del fuoco, simbolo di una passione amorosa che arde e consuma. Su questa tematica della sofferenza d’amore, sviluppata in un senso più propriamente psicologico, e mediata dal motivo dello sguardo, poggiano le stanze centrali di questa “canzonetta”, dichiarando l’intento della canzone, riassunto nel motivo della lode e nella profonda ragione che l’ha ispirata.  

Il congedo segue una consuetudine già provenzale: la poesia, personificata, è pregata di rivolgersi direttamente alla donna amata e di intercedere per il poeta, il quale si firma come il «Notaro che è nato da lentino».