Introduzione

Canzone di fondamentale importanza. A rendere singolare il componimento è la lingua, che si presenta in una veste siciliana che non ha subito la toscanizzazione toccata ai componimenti degli altri rimatori siciliani.  

Il modello provenzale domina tanto la scrittura metrica quanto i temi e le immagini, influenzando il lessico, fitto di provenzalismi. L’amore è concepito secondo i canoni della tradizione cortese: gioiosa sofferenza soddisfatta in onore della donna e devoto servizio nei confronti della medesima. Madonna è rappresentata attraverso una coerente nobilitazione dei caratteri fisici e morali. 

La lirica svolge il motivo del “canto” come espressione della passione amorosa. Da questo motivo deriva l’assimilazione della “poesia” al “canto” – gli antichi testi dei provenzali si servivano dell’accompagnamento musicale. Dalla lirica provenzale vengono ripresi concetti come quello del servizio d’amore, della prova e dell’onore, oltre alla consueta raffigurazione della donna amata.  

Il rimatore collega il sorgere della passione amorosa con la necessità del canto poetico, stabilendo tra questi due termini un rapporto inscindibile di derivazione. L’assenza di amore è condanna al silenzio, afasia, inaridisce l’ispirazione poetica declassando l’amante a una mediocrità che ne mortifica il valore. L’amore, invece, promuove naturalmente la nascita del canto come espressione di felicità ed esaltazione del valore dell’uomo.   

La canzone sviluppa inoltre il motivo della nuova passione, secondo i topoi della tradizione occitanica: l’eccellenza della donna amata; il motivo dello sguardo; il segreto in cui l’amore deve essere mantenuto (“celar”); la speranza che l’amore venga contraccambiato, come premio della devozione e della fedeltà di amante (“guiderdone”).