I castelli federiciani

     Il castello siciliano è essenzialmente urbano destinata a difendere la città e a sorvegliarla. Tuttavia, La Sicilia di fine medioevo vede la tardiva comparsa di un tipo di castello isolato, nel quadro di un generale riassetto delle campagne, effetto di una permanente guerra dapprima contro gli angioini virgola dopo contro i Baroni.

     I punti essenziali sono i torrioni quadrangolari e la corte quadrata; la difesa è modesta, le mura irregolari. L’abitabilità è rudimentale, al contrario il legame con l’economia rurale era invece forte: il castello proteggeva via mercantili e masserie, era prevalentemente il centro dove rifugiarsi. Generalmente, il castello era più un simbolo di dominazione feudale che è un mezzo efficace di difesa o di residenza.

     Il castello si presenta inoltre come una unità autarchica, capace di resistere a lungo, grazie alle sue riserve di acqua, di farina e di grano, e grazie ai suoi boschi.

     Nel trentennio 1061-1091 la costruzione di fortilizi era lo strumento principale dell’avanzamento della conquista normanna. Questo fenomeno da continuato per tutto il XII secolo, da parte tanto degli Altavilla che di alcuni enti ecclesiastici. Questa rete di castelli si era quasi completamente sovrapposta agli abitati principali; si ha qualche eccezione di fortilizi messi a guardia di casali o di località strategicamente rilevanti.

     Federico secondo intervenne su una distribuzione geografica già precostituita, basata su tradizioni differenti di di architettura castrense (bizantina, musulmana, normanna). Il passaggio dalla dinastia normanna a quella Sveva segna in Sicilia uno stacco netto anche nel campo dell’architettura castrense. Il monopolio dell’erezione de castelli passa esclusivamente in mano alla corona. Nella Sicilia orientale appare chiaro che si possa parlare di un disegno organico d’insieme.

     La costruzione di nuovi grandi castelli federiciani così come il restauro di fortilizi preesistenti sono da ricollegarsi agli eventi del 1232-33, nonché alla necessità di garantire obbedienza accetta e terre, sottoponendole alla costante minaccia di fortezze ben guardate, rivendicando così la supremazia indiscutibile del sovrano.

     I castelli costruiti per ordine di Federico nella Sicilia orientale si sovrapponevano ai parchi e alle riserve venatorie, così come le residenze di caccia e di svago.

     I castelli federiciani presentano novità pressoché totali per quanto riguarda le piante e le concezioni planimetriche rispetto agli antichi castelli siciliani, la maggior parte di età normanna.

     I nuovi castelli appaiono privi di mastio le cortine murarie hanno motori angolari e mediane non sono una semplice linea avanzata ma l’elemento base di una concezione architettonica differente.

     Per quanto riguarda la Sicilia orientale, il castello Maniace, il castello Ursino, il castello di Augusta si inseriscono in questo progetto di evoluzione dell’architettura castrale europea.

     Al castello inteso come residenza signorile si contrappone ad esso in maniera più netta il castello Regio, sede di guarnigioni composta da militari di mestiere; le fortezze diventano strumenti e simboli di affermazione del potere. In Sicilia l’amministrazione dei castelli demaniali ricevette dall’imperatore una rigida e meticolosa organizzazione destinata a durare secoli.

Il Castello Maniace

Il castello, prezioso resto dell’architettura Sveva, fu costruito dall’imperatore Federico Nella punta estrema dell’isola di Ortigia (Fig. 1). Esso prende il nome dal capitano bizantino Giorgio Maniace.

Il castello conserva integra la struttura esterna a duecentesca, a pianta quadrata, racchiusa agli angoli da quattro torri cilindriche. Il portale d’ingresso, ad arco ogivale, è rivestito di marmi policromi; nelle nicchie ai lati dell’arco si trovavano originariamente due arieti in bronzo.

Sul lato di sud-ovest troviamo i resti di una grande finestra trifora. Delle quattro torri, è rimasta integra quella dell’angolo occidentale. L’interno è organizzato per campate coperte da volte a crociera intorno a un atrio centrale quadrato.

(Fig. 1)

Il Castello di Augusta

posto alla sinistra della porta spagnola, fu fatto costruire per ordine di Federico tra il 1232 e il 1242. Esso presenta la solita pianta dei castelli svevi, inoltre verrà poi circondato da una duplice cortina di bastioni, tra i secoli XVI e XVII.

(Fig. 2)

Il Castello Ursino

Fu edificato da Federico II tra il 1239 e il 1250 nel momento in cui era soprintendente alle fortificazioni Riccardo da Lentini (Fig. 4).

Il castello sorgeva su un promontorio circondato dal mare. L’edificio è a pianta quadrata con quattro torrioni cilindrici agli angoli, a queste si aggiungono delle torri semicilindriche addossate a metà di ogni lato, delle quali ne rimangono solo due. Lo schema geometrico di questo castello è sintomatico della ratio architettonica Sveva (al pari di Castel del Monte, Fig. 5).

Sul prospetto dell’edificio si apre l’ingresso incorniciato da un arco a sesto acuto, sormontato da un’edicola nella quale è scolpita un’aquila che artiglia una lepre, stemma della famiglia Sveva.

(Fig. 3)

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